Il Parco
un patrimonio unico tutto da scoprire
L'Agriturismo Sasso Simone Simoncello si trova immerso nello splendido paesaggio dell'Appennino centrale, in un luogo che si presta ad essere la naturale porta d'ingresso all’Area Protetta.
La natura
Il Sasso di Simone ed il Simoncello sono due curiosi monti a forma di cono troncato, che non passano certamente inosservati agli occhi di chi percorre questo tratto di dorsale appenninica. La loro posizione, più vicina al mar Adriatico che al Tirreno, coincide con la punta più orientale della Toscana, penetrando nelle regioni Emilia Romagna e Marche. La Riserva Naturale Toscana protegge l’intero Sasso di Simone e i rilievi argillosi circostanti, fino al Simoncello, formando un unico complesso con il confinante Parco Regionale del Sasso Simone Simoncello, in territorio marchigiano-romagnolo.
L’ambiente manifesta i segni di un’evoluzione geologica attiva ma lenta: il paesaggio collinare-montuoso è costituito dai massicci calcarei dei Sassi Simone Simoncello. L’area attorno ai Sassi è occupata da una macchia di 800 ettari a dominanza cerro: la Cerreta del Sasso, unica nel suo genere, è un querceto misto tra i più vasti d’Europa. La foresta ospita anche faggi, carpini, aceri, frassini, sorbi nonché l’agrifoglio. Tra le specie erbacee più interessanti il fiordaliso montano, i gigli martagone e di S.Giovanni, la carlina, la valeriana montana e l’anemone trifogliata.
E’ solo con il cambio delle stagioni che si può veramente apprezzare la bellezza dell’ambiente naturale: la primavera porta sui prati i colori delle fioriture di orchidee selvatiche, l’estate è rigogliosa nel verde dei boschi, l’autunno profuma di muschi e funghi mentre l’inverno ricopre il paesaggio con un candido manto nevoso, presto violato dalle tracce degli animali selvatici.
La storia
Il contesto paesaggistico dei Sassi, veramente unico nel suo genere, unisce interessi di vario genere: una ricca matrice storica, documentata a partire dal Neolitico, un’interessante presenza floro-faunistica ed una inusuale geomorfologia.Intorno al 1100, un’abbazia benedettina, venne costruita proprio sulla sommità del Sasso, probabilmente sorgendo sulle ceneri di un precedente edificio religioso di epoca longobarda.
L’abbazia, conobbe fiorenti periodi sino al XIV secolo. Per la sua funzione strategica, l’inaccessibile pianoro del Sasso interessò Malatesta Novello, che decise di realizzarvi un’imponente fortezza. Quando per avverse fortune i Malatesta nel 1520 cominciarono a decadere, il Sasso, passò prima alla Repubblica Fiorentina e poi ai Medici.
Cosimo dei Medici rimase talmente impressionato dai luoghi e decise di costruirvi una vera e propria città fortificata, non solo a scopo difensivo ma anche per consolidare il suo dominio in questa area così periferica. La costruzione ebbe inizio nel 1566 ed in una decina di anni furono costruite mura ed abitazioni, una cappella e la sede del Capitanato di Sestino, istituito nel 1575. Varie vicissitudini, come gli inverni molto rigidi, le distanze ed i difficili collegamenti con i centri principali, fin dall’inizio impedirono uno funzionale sviluppo dell’insediamento.
Nel 1663 la città-fortezza, già in piena decadenza, perse anche il presidio militare. Dell’utopia medicea rimangono oggi quei ruderi che affiorano tra la vegetazione che ricopre il Sasso. Una curiosità: alcuni resti dell’antica abbazia di S. Michele Arcangelo, sorta sulla sommità del Sasso, sono andati ad impreziosire una bella loggia di un edificio cinquecentesco proprio nel borgo di Case Barboni.
Itinerari
Case Barboni è raggiungibile a piedi, cavallo o mountain-bike, anche con i sentieri escursionistici provenienti da diverse località del Parco Naturale Sasso Simone Simoncello, istituito sui versanti marchigiano-romagnoli, come Miratoio, Passo Cantoniera, Carpegna, San Sisto.
L’area è attraversata da una fitta rete di sentieri che converge sul Sasso di Simone, collegando il territorio toscano a quelli romagnoli e marchigiani.
Gli itinerari principali della zona aretina, sono contraddistinti dalle lettere dell’alfabeto e ricalcano in gran parte la sentieristica del CAI.
I più brevi sono quelli che partono da Case Barboni , con possibilità di creare anelli o varianti unendosi a quelli di Casa del Re e di Martigliano.
L’itinerario più semplice, ma forse anche il più bello, scenograficamente parlando, è quello che da Case Barboni sale al Sasso Simone, attraversando le aree calanchive di argille varicolori, lungo il sentiero CAI 61, intercettando il CAI n. 17 in prossimità della frana sottostante il Sasso. Il ritorno può essere fatto con la stessa via o da Monte della Scura.
Percorsi più lunghi consentono di visitare piccoli borghi, luoghi e paesaggi di grande interesse:
- da ovest a est, si segnala il sentiero di crinale A (CAI n. 17) percorrendolo da Miratoio o da Poggio Mazzolo e il lungo ma agevole sentiero CAI n. 5A, che parte dalla Cantoniera del Passo di S. Cristoforo e si connette al CAI n. 65 dopo Poggio delle Campane, mantenendosi sempre in quota fino a raggiungere Petrella Massana e poi Case Barboni.
- Il Sasso Simone, con la sua abbazia, si poneva inoltre quale punto nevralgico della meglio conosciuta Via Romea, itinerario di pellegrinaggio tra Rimini e Sansepolcro. Il Sasso di Simone è tuttora un punto di riferimento visibile da tutte le direzioni. L'itinerario coincide parzialmente con sentieri segnati dal CAI: il sentiero 122 sui Monte San Paolo e Monte della Valle, il 114 da Montecerignone al Poggio Rosso, il 107, poi 108 da Serra Nanni a Paterno, il 119 da Carpegna al Sasso di Simone, il 17 ed il 61 dal Sasso di Simone al Monte Scura, il 65 fino al Poggio delle Campane, il 5A fino al Monte Bello, il 5 dal Sasso Aguzzo al Passo di Montelabreve, l'89 e l'85 tra Parchiule ed il Passo delle Vacche, il 4 dal Passo delle Vacche a Sansepolcro.